C’è spesso una forte confusione su cosa sia l’indennità di accompagnamento e su quando spetti. Si tratta di un beneficio corrisposto in situazioni gravi, dove sono compromesse le attività quotidiane da svolgere ogni giorno. L’indennità di accompagnamento nasce per fornire un sussidio economico così che i beneficiari e le loro famiglie possano essere aiutati dalle istituzioni ad affrontare le difficoltà quotidiane. Scopriamo di cosa si tratta e come richiedere questa indennità.
Chiedere l’indennità
L’indennità viene garantita a seguito di una regolare domanda effettuata presso gli enti competenti. Per richiedere l’indennità sono necessari dei requisiti ben precisi: può essere chiesta da coloro che sono invalidi totali o mutilati, con l’impossibilità di camminare, o da coloro che non possono svolgere le attività quotidiane in maniera indipendente. A tal proposito la norma elenca tutte le attività che dalla legge vengono considerate quotidiane.
Oltre a questi requisiti fisici ne esistono altri legati alla cittadinanza e al permesso di soggiorno. Nello specifico possono richiedere l’indennità:
- I cittadini italiani;
- I cittadini dell’Unione Europea registrati nell’anagrafe del proprio Comune di residenza;
- I cittadini extracomunitari con un permesso di soggiorno valido per un valore minimo di un anno, riconosciuti all’art. 41 TU immigrazione;
- Coloro che hanno residenza stabile e abituale sul territorio italiano.
Una caratteristica molto importante è quella dell’età: può essere richiesta da chiunque, senza alcun limite di età. Ciò significa che possono accedere sia i minorenni che le persone più anziane. Non sono presenti limiti di reddito: l’indennità viene corrisposta a prescindere da parametri di tipo economico. A tal proposito è interessante notare come l’indennità sia accettata anche in caso di attività lavorativa svolta dall’individuo. Si tratta a tutti gli effetti di una misura universale, volta a sostenere l’inabile a prescindere da ulteriori parametri legati al suo status.
Criteri di esclusione
Esistono alcuni criteri che possono portare all’esclusione temporanea o totale dall’indennità di accompagnamento. Vediamo insieme quali sono.
Il primo criterio è temporaneo, e riguarda l’eventuale ricovero in strutture pubbliche di colui a cui viene conferita l’indennità. Se il ricovero supera i trenta giorni viene momentaneamente sospesa l’indennità, poiché in quel periodo di tempo sono le istituzioni a prendersi cura dell’individuo. Ciò fa sì che venga meno lo scopo di questo sussidio.
Il secondo criterio prevede invece una esclusione totale dall’indennità, e riguarda la presenza di una ulteriore indennità per invalidità, come quelle conferite per causa di guerra o di servizio. In questo caso l’individuo ha il diritto di scegliere il beneficio più conveniente, ma non può tenere entrambi.
Attenzione: alcune indennità sono comunque cumulabili con quella di accompagnamento. Sul sito INPS potete trovare tutte le informazioni riguardanti le compatibilità e molto altro.
Ottenere il beneficio
Una volta ottenuto il beneficio si ha diritto a dodici mensilità, erogate di mese in mese. Attualmente la cifra è pari a 522,10€ mensili. Il valore può variare a seconda dell’anno di riferimento, ma tende a restare piuttosto costante nel corso del tempo. In più questa indennità viene corrisposta a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda.
Per ottenerla bisogna fare domanda ufficiale e superare visite e controlli da parte dell’ente. Bisognerà verificare la presenza delle inabilità. Nel caso di mutilati l’iter è più snello, mentre nel caso di patologie di vario grado diventa necessaria una visita più approfondita.
Per fare domanda ci si può rivolgere all’INPS direttamente attraverso il loro sito. La domanda è molto semplice da compilare, e bastano pochi minuti. Un’alternativa è costituita da enti di patronato o da associazioni di categoria per le persone con disabilità. In questo modo anche coloro che non sono pratici con il computer possono comunicare facilmente con l’INPS.